Viaggi di carta:
Roma e Napoli nel racconto di Friedrich Bernhard Werner

Nel Settecento l’Italia divenne più che mai in precedenza la palestra dei migliori
talenti di tutta Europa. Attratti dal passato illustre del nostro Paese, dalla tradizione
ininterrotta di bellezza che teneva insieme la classicità, il Rinascimento e le città ripensate
dalle scenografie del Barocco, artisti, aristocratici e intellettuali percorrevano il corpo
della penisola, ne visitavano i monumenti archeologici e le collezioni d’arte, cercando di
cogliere l’essenza di un’identità senza paragoni possibili.
Il Grand Tour in Italia divenne momento di conferma e passaggio, consacrazione finale di
uno status o di un percorso di formazione di cui l’esperienza della Penisola e dei suoi
luoghi era elemento fondante: basti pensare al significato che il viaggio in Italia rivestì
nella biografia del più celebre dei grand tourist, Johann Wolfgang Goethe.
Intorno al Grand Tour fioriva un ricchissimo mercato di stampe, dedicato tanto ai
viaggiatori, quanto a chi progettava il viaggio o ne era appena rientrato.
Le vedute a stampa proposte dal mercato andavano oltre la riproduzione topografica dei
monumenti più celebri e dei luoghi storici. Dei panorami d’Italia, il fiorente mercato delle
stampe cercava di riprodurre innanzitutto il sogno, l’anticipazione struggente di un
mito culturale che investiva i viaggiatori da carrozza come quelli da poltrona.
Per questa ragione, molti degli artisti attivi nel campo della cartografia avevano una
formazione che abbracciava anche l’allestimento delle scene teatrali.
Questo è il caso di Friedrich Bernhard Werner, autore – nella prima metà del Settecento
– delle due vedute di Roma e Napoli che proponiamo.
Realizzate con un procedimento artigianale che segue con scrupolo le tecniche e gli
accorgimenti utilizzati nel XVIII secolo nella stampa all’acquaforte, le due vedute
offrono l’opportunità di recuperare l’aspetto di Roma e di Napoli nel tempo in cui le due
città erano attraversate dai grand tourists, e di immergersi nel mito che l’Italia
rappresentò, in quella stagione, per l’intera Europa.
Il disegnatore: Friedrich Bernhard Werner
Originario della Slesia, dopo una vita avventurosa che lo portò a viaggiare in gran parte
dell’Europa intrecciando contatti con il mondo del teatro, Werner rientrò in patria e si
dedicò a raccontare graficamente le città e i luoghi che aveva attraversato.
All’apice della carriera, nel 1744, fu insignito del titolo di scenografo reale da Federico il
Grande di Prussia. Lavorò da quel momento in poi per la corte, alternando ancora
l’attività di geografo con quella di uomo di teatro.
Lo stampatore: Georg Balthasar Probst
Georg Balthasar Probst fu uno dei maggiori editori tedeschi di stampe nella prima metà
del Settecento. Probst acquisì i numerosi disegni di città realizzati da Friedrich Bernhard
Werner attraverso il lascito di Jeremias Wolffy. Probst era celebre per le “vedute ottiche”
delle grandi città europee, caratterizzate da un solido impianto prospettico e che
arricchivano i panorami reali di guglie, cupole e campanili. In breve, la stamperia di
Probst ad Augusta diventò il centro di diffusione dei disegni che Werner aveva realizzato,
che diventarono degli autentici long seller.
Le vedute di Roma e Napoli incise da Probst raccontano il profilo delle due città,
emulsionando riferimenti topografici, accentuazioni verticali e bellezza
dell’impaginazione. L’accurata legenda riportata in calce alla veduta riprende monumenti
e luoghi famosi, ma ciò che colpisce è l’aprirsi a ventaglio del panorama cittadino davanti
all’occhio dell’osservatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

Friedrich Bernhard Werner Veduta di Roma Prima metà del XVIII secolo Acquaforte su carta applicata su tela Tiratura limitata e numerata di 299
esemplari

 

 

 

Roma viene osservata da un punto parallelo al corso del Tevere, alle spalle del Mausoleo
di Adriano, e viene raccontata da Piazza del Popolo a San Pietro allineando bene, uno
dopo l’altro, i suoi monumenti più celebri, riconoscibili nella selva di cupole e campanili.
Di questa veduta non può che commuovere la doppia scalinata del porto fluviale di
Ripetta, oggi non più esistente, ma è anche possibile riconoscere la chiesa di Trinità dei
Monti e la mole del Colosseo.
Cornice in legno di pino trattato con foglia oro e pastello avorio.
Larghezza cm 7,5
Altezza cm 3,2
Passepartout in pino color avorio e fili d’oro
Misure interne cm 51×119,5
Misure esterne cm 72×140,5

Friedrich Bernhard Werner
Veduta di Napoli
Prima metà del XVIII secolo
Acquaforte su carta applicata su tela
Tiratura limitata e numerata di 299
esemplari

Napoli è ripresa dal mare, secondo una tradizione che rimanda alle origini stesse della
veduta e alla quattrocentesca Tavola Strozzi. Alla sequenza dei moli protesi nell’acqua
fanno da contraltare gli edifici serrati del centro abitato e, in alto, la Certosa di San
Martino. La veduta enfatizza il legame della città con il mare, grazie all’accurata
descrizione dei moli e delle imbarcazioni nell’area del porto, alludendo implicitamente
all’origine mitica di Napoli, legata alla sirena Parthenope.
Cornice in legno di pino trattato con foglia oro e pastello avorio
Larghezza cm 7,5
Altezza cm 3,2
Passepartout in pino color avorio e fili d’oro
Misure interne cm 51×115
Misure esterne cm 72×136

VIAGGI DI CARTA:
ROMA E NAPOLI
Nessun documento del passato più delle vedute antiche delle città italiane può
testimoniare il fascino irresistibile esercitato agli occhi del resto d’Europa dal nostro
Paese.
Conoscere l’Italia e i suoi luoghi, dove le bellezze naturali si accostavano armoniosamente
alle tracce della storia e all’opera dell’uomo, era un dovere culturale per ogni artista, per
ogni intellettuale e per ogni membro dell’aristocrazia europea. Era insomma già
pienamente percepito nell’epoca del Grand Tour il valore assoluto, del tutto caratteristico
dell’Italia, di una realtà in cui natura e cultura si intrecciavano e si sovrapponevano,
secondo un principio espresso, molto più tardi, nell’articolo 9 della nostra Costituzione.
Le vedute di Roma e Napoli, disegnate nella prima metà del Settecento da Friedrich
Bernhard Werner e diffuse a stampa da Georg Balthasar Probst raccontano questa storia
attraverso una figurazione che evoca non soltanto la realtà, ma anche il mito di bellezza
incomparabile di cui l’Italia era vestita agli occhi degli stranieri.
Nelle due vedute, gli elementi topografici, i monumenti celebri e riconoscibili anche
grazie all’accurata legenda riportata in calce alla figurazione, si mescolano alla selva di
guglie, pinnacoli e cupole che conferisce alle incisioni un aspetto fiabesco.
Ripresa dalla sponda opposta del Tevere, alle spalle di Castel Sant’Angelo, Roma allinea
in bella mostra chiese e monumenti antichi, fino alla maestosa basilica di San Pietro.
Vista dal Mare, Napoli si specchia nelle acque del porto, punteggiate di imbarcazioni e
moli, mentre svetta in alto la Certosa di San Martino.
UN’OPERA D’ARTE ANTICA E MODERNA
! L’incisione all’acquaforte
La riproduzione moderna delle cartografie ha seguito con scrupolo i procedimenti
settecenteschi dell’incisione all’acquaforte, con l’impiego di più lastre di rame
accuratamente lavorate a mano.
Nel Settecento, le incisioni di grande formato venivano parcellizzate per agevolarne
l’impressione e il trasporto.
Impresse, con torchio manuale, su pregiata carta di cotone 100%, le parti in cui la
veduta è suddivisa sono state applicate a una tela 100% cotone.
! Acquerellate a mano


Le vedute sono completamente acquerellate a mano, operazione che conferisce unicità
a ogni esemplare. In virtù di una lavorazione completamente artigianale, ogni veduta si
può considerare un’opera d’arte rara, insolita ed originale.

 


! Invecchiamento delle carte


Le incisioni sono state invecchiate
secondo procedimenti naturali
con sostanze vegetali.

 

 

 

 

 

Cornice con oro applicata con metodo serigrafico sui quattro lati della figurazione.

 

 

 

 

 

In ognuna delle vedute insomma la tradizione artigianale si pone al servizio di una grande
storia culturale, per creare due capolavori della cartografia in edizione limitata.
                                                                 

                                                                              Ogni opera è accompagnata da un Certificato di tiratura limitata e numerata